I sensori anti intrusione rappresentano il principale componente in un impianto di antifurto senza fili. Con l'avanzare della tecnologia sono diventati sempre più precisi, economici ed immuni ai tentativi di sabotaggio. Sono anche chiamati sensori di prossimità o rilevatori di movimento, perchè, come dice la parola, si accorgono della presenza di un essere umano che si trova nei “paraggi” o all' interno dell' area controllata dal sensore stesso.

I sensori PIR

sono quelli più utilizzati e anche i più economici. PIR sta per “passive infrared” ovvero ad infrarossi passivi. Si tratta di sensori che “leggono” passivamente la temperatura di un ambiente.

Quando un a persona entra nel campo di controllo la temperatura varia. E' ovvio, ogni essere umano ha una sua temperatura corporea, il sensore non fa che leggerla a distanza e la confronta con quella che aveva memorizzato al momento dell' assenza di qualsiasi persona in stanza.

SENSORE PIR

Appunto, quando queste condizioni variano, scatta l'allarme. L'abbiamo spiegata in maniera semplice, in realtà i sensori PIR sono più complicati rispetto ad altri componenti come fotocellule. Utilizzano al loro interno delle lenti, ad esempio la lente di FRESNEL, che ampliano il loro spettro di controllo che può variare da pochi a decine di metri. L'area di controllo ha una forma conica con il vertice che parte dal sensore stesso e si allarga mano mano che ci si allontana.

Internamente alla scocca in plastica troviamo materiali piroelettrici che emettono energia se esposti al calore. La variazione di energia fa attivare un piccolo relè che invia il segnale di allarme alla centralina di antifurto.

Non c'è soltanto la tecnologia a raggi infrarossi per i sensori anti intrusione ma anche quella a microonde. In questo caso i rilevatori controllano l'area utilizzando delle onde elettromagnetiche che saturano l'ambiente. Memorizzano l'energia utilizzata per saturare un ambiente in stato di “quiete”, quando non c'è nessuno e la confrontano quando un essere umano entra nella stanza. Una variazione mette in allarme il sensore che “scatta” in presenza di movimento.

La scelta del sensore va fatta a seconda dell' ambiente in cui andrà installato. I rilevatori PIR “soffrono” di variazione repentine di calore, di illuminazione diretta. Una stanza in cui c'è un camino, un forno, oppure all' aperto in un posto dove il sole irraggia direttamente, sono luoghi in cui un PIR non deve essere montato. I microonde invece possono essere disturbati da ponti radio ed antenne di telefonia mobile o ripetitori televisivi.

rilevatore di allarme

Rilevatori di movimento interni: la circuiteria è molto semplice, costano di meno e nella maggiorparte dei casi sono di tipo PIR, a raggi infrarossi. Non devono temere azioni di disturbo dovute alle condizioni atmosferiche per cui l'involucro è meno resistente e piú leggero.

Rilevatori di movimento esterni: la circuiteria elettronica è più sofisticata, devono interpretare parecchi segnali di disturbo che si trovano all' aperto. Non devono essere disturbati da sole, pioggia, neve, nebbia, ghiaccio, costano di più e hanno bisogno di più attenzioni. Sono leggermente piú grandi nelle dimensioni.

I sensori si connettono alla centralina tramite filo oppure in maniera wireless. In quest'ultimo caso sono autoalimentati tramite batterie a lunga durata che vanno periodicamente controllate ed eventualmente sostituite.

Per la protezione di porte e finestre si utilizzano spesso dei sensori a tenda oppure i contatti magnetici. Si applicano alle due ante, a coppia, quando vengono allontanati è inviato un impulso di allarme alla centrale.